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Giovedì 17 Aprile 2025

Transizione 5.0: adesso il Vending può davvero partecipare

Dopo mesi di attesa e di incertezze interpretative, il Piano Transizione 5.0 apre finalmente le porte anche alle imprese del Vending. Grazie alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 e ai recenti chiarimenti ufficiali del MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), le società di gestione possono ora accedere a un sistema incentivante che premia l’efficienza energetica e la trasformazione digitale.

Un cambiamento importante, frutto anche dell’azione di lobbying delle associazioni di categoria, in primis Confida, che nei mesi scorsi hanno chiesto a gran voce regole più eque e applicabili per un settore che, fino ad oggi, era stato paradossalmente escluso da una misura pensata per innovare il tessuto produttivo italiano.

Il Piano Transizione 5.0, finanziato con fondi PNRR per oltre 6 miliardi di euro, prevede crediti d’imposta fino al 45% per chi investe in tecnologie “4.0” con un risparmio energetico dimostrabile. Il problema, per il nostro settore, è sempre stato uno: come dimostrare questo risparmio nel caso dei distributori automatici, installati presso clienti terzi e, di conseguenza, difficili da ricondurre a una “struttura” o “processo produttivo” interno?

La svolta è arrivata con le FAQ del MIMIT pubblicate il 24 febbraio 2025, che chiariscono in modo inequivocabile che i distributori automatici possono essere considerati parte del “processo produttivo” del cliente. Questo significa che, sostituendo macchine ammortizzate da almeno 24 mesi con modelli più efficienti, si ha diritto automaticamente alla prima aliquota di credito (35%) e non è necessario effettuare misurazioni energetiche e analisi ai fini della stima dei consumi energetici del bene obsoleto. E’ comunque necessario presentare le certificazioni ex ante ed ex post e calcolare il risparmio assoluto in termini di TEP equivalenti.

Una semplificazione che potrebbe finalmente rendere attrattivo il meccanismo per tante imprese di gestione, soprattutto quelle con parchi macchine obsoleti da aggiornare. Resta naturalmente la possibilità di puntare alle aliquote maggiori, ma in quel caso sarà necessario certificare un risparmio energetico reale del 10% o del 15% a seconda dello scaglione.

Occhio di bue con crema di nocciola: il nuovo snack Zaniboni

Tra le tante prelibatezze della pasticceria italiana che hanno conquistato il palato di generazioni di golosi, uno dei dolci più apprezzati è sicuramente l’Occhio di Bue, una specialità che affonda le sue radici in Trentino-Alto Adige e che, nel corso dei decenni, è riuscita a superare i confini regionali, diffondendosi in tutta Italia.

Il nome di questo dolce tradizionale deriva dalla forma caratteristica del biscotto, che ricorda un occhio, con la parte centrale aperta per lasciare spazio alla farcitura, solitamente a base di confetture di frutta, creando un perfetto equilibrio tra dolcezza e freschezza.

Con il nuovo prodotto, Occhio di Bue con crema di cacao e nocciola, Zaniboni aggiunge ai gusti tradizionali una nuova variante, dal sapore ancora più avvolgente e goloso. Occhio di Bue con farcitura alla crema di cacao e nocciola si affianca alle più classiche all’albicocca e ai frutti di bosco, per offrire al consumatore un’esperienza sensoriale diversa.
Una crema ricca e vellutata, che si unisce perfettamente alla delicatezza del biscotto, dando vita ad contrasto di consistenze che conquista fin dal primo morso. L’aggiunta della farina di farro soddisfa inoltre le esigenze dei consumatori più attenti alla salute e alla qualità, che riconoscono in questo cereale il valore aggiunto di un contenuto proteico più alto e un maggiore apporto di fibre.

Anche il packaging del nuovo Occhio di Bue con crema di cacao e nocciola non è stato lasciato al caso: realizzata con materiali di alta qualità, la confezione protegge il dolce, mantenendo intatta la sua freschezza e la sua fragranza, e al contempo valorizza il prodotto per la sua luminosità. Ogni dettaglio è stato pensato per riflettere l'eleganza e la qualità del prodotto. La confezione, raffinata e accattivante, mette al centro l’immagine del prodotto e quella degli ingredienti, per attirare maggiormente l'attenzione dell’utente del distributore automatico.

Mercoledì 16 Aprile 2025

Antonio Baravalle lancia l’allarme. Il prezzo del caffè al consumatore è al limite

Il caffè sta diventando un lusso quotidiano? Antonio Baravalle, amministratore delegato di Lavazza, in un’intervista al Financial Times ha espresso forte preoccupazione per l’andamento dei prezzi: “Quando vedo un espresso a 3 o 4 sterline a Londra, o un cappuccino a 8 dollari a New York… vedo il limite”. Una riflessione chiara sull'insostenibilità della situazione, con ricadute che stanno già impattando tutta la filiera.

Il vero tema, però, è il comportamento dei consumatori: con i prezzi in salita e i salari fermi, gli acquisti iniziano a calare. Lavazza avverte che il rischio concreto è un rallentamento strutturale dei consumi.

Dal 2021 l’Arabica è salita del +75%, il Robusta del +200% rispetto alla media storica. Un trend che, secondo l’azienda torinese, non si invertirà presto. E se la tazzina dovesse davvero arrivare a 2 euro in Italia, saranno in molti a rinunciare a un gesto quotidiano profondamente radicato nella nostra cultura.

Fortunatamente il vending è ancora lontanissimo dai prezzi del bar e l’impatto dei necessari aumenti non dovrebbe colpirlo duramente. Un effetto più sensibile, invece, potrebbe manifestarsi sulle referenze snack & food vending a prezzo elevato, sempre più difficili da far accettare al consumatore in tempi di inflazione. Staremo a vedere...

Franke investe 80 milioni in Italia. Un segnale anche per il mondo del caffè

È uno dei player più solidi nella produzione di macchine da caffè professionali, ma la notizia arriva dalla divisione Home Solutions: Franke ha annunciato un investimento da 80 milioni di euro sullo stabilimento di Peschiera del Garda, che diventerà hub strategico per la produzione di lavelli in acciaio inox per l’intera area EMEA.

Si tratta di un progetto di lungo periodo che punta su automazione, sostenibilità e digitalizzazione, ma anche sul rafforzamento della filiera italiana. Una scelta che conferma quanto l’Italia resti centrale nella visione industriale di un gruppo globale.

Franke è da anni protagonista nel settore delle macchine da caffè superautomatiche, sempre più diffuse nei format ibridi tra vending, OCS e Ho.Re.Ca. Un investimento così importante nel nostro paese può consolidare anche le competenze e le infrastrutture interne, a beneficio dell’intero gruppo, inclusa la divisione Coffee Systems.

Martedì 15 Aprile 2025

Il video integrale del webinar RiVending è disponibile on-line

È disponibile online il video integrale del webinar RiVending che si è svolto il 2 aprile 2025, promosso da CONFIDA in collaborazione con COREPLA e Versalis. Il webinar ha permesso di fare il punto sull’evoluzione normativa che riguarda il settore della plastica monouso e il ruolo sempre più centrale che il progetto RiVending sta assumendo all’interno delle strategie di sostenibilità della Distribuzione Automatica.

Durante l’incontro, i relatori hanno affrontato in modo approfondito alcuni temi centrali per il futuro del settore:
- gli obblighi imposti dalle Direttive europee SUP e PPWR;
- l’entrata in vigore dei nuovi CAM per i servizi di ristoro e le ricadute operative per gestori e aziende clienti;
- i numeri aggiornati del progetto RiVending, che al 2025 conta oltre 15.000 cestini installati e più di 87 milioni di bicchieri raccolti;
- il funzionamento della filiera del riciclo del polistirolo compatto (PS) e del PET;
- i primi risultati industriali legati alla produzione di bicchieri in rPS, simbolo del completamento del ciclo dell’economia circolare.

Tra i relatori:
Michele Adt, direttore di CONFIDA - Pio Lunel, presidente delle imprese di gestione CONFIDA - Alessandro Signore, referente operativo RiVending - Antonio Protopapa, direttore gestione operativa COREPLA - Claudio Bilotti, responsabile iniziative speciali VERSALIS

Il webinar si è concluso con una panoramica sulle attività di comunicazione del progetto e sulla crescente partecipazione del vending a eventi e iniziative pubbliche, come il tour universitario con #NonCiFermaNessuno e la newsletter “Mondo RiVending”.

La registrazione completa è disponibile sito di Confida al seguente link: CLICCA QUI

Bianchi Industry porta l’eccellenza del caffè italiano a Dubai e Shanghai

Bianchi Industry conferma il suo ruolo da protagonista nel panorama internazionale del caffè e del vending. I primi mesi del 2025 hanno visto l’azienda impegnata in due appuntamenti fieristici di rilievo mondiale: il World of Coffee Dubai e Hotelex Shanghai, portando l’innovazione e la qualità Made in Italy su mercati strategici e in costante evoluzione.

Dal 10 al 12 febbraio, Bianchi ha partecipato al World of Coffee Dubai, l’evento di riferimento per il settore caffè nel Medio Oriente, ospitato presso il Dubai World Trade Center. Lo stand Bianchi ha riscosso grande interesse tra operatori locali e internazionali grazie a una proposta ampia e trasversale, con una particolare attenzione alla nuova linea Essential di Bianchi Vending – composta dai modelli Vitality, Everly, Daily – e l’iconica Lei 250, che ha saputo coniugare design funzionale, affidabilità e semplicità d’uso.

Altrettanto apprezzata la proposta del marchio Brasilia, storica firma del caffè professionale, che ha catturato l’attenzione con le sue Mini Mighty e BL-500 Dark Edition. Infine, spazio anche al segmento OCS e coffee corner, con le soluzioni firmate Bianchi Coffee Solutions: le superautomatiche Talia, Gaia, Evia e Desia, pensate per un’esperienza di consumo smart e di qualità in ogni ambiente.

Il viaggio è poi proseguito in Asia, dove Bianchi ha preso parte, dal 30 marzo al 2 aprile, a Hotelex Shanghai, una delle fiere Ho.Re.Ca. più vaste e influenti del continente asiatico. In questa cornice dinamica e sfidante Bianchi ha presentato una selezione dei suoi best seller già mostrati a Dubai, affiancati da una novità per il mercato locale: Inutity +, proposta evoluta della gamma Bianchi Vending.

La partecipazione a Hotelex ha rappresentato un’opportunità strategica per esplorare più a fondo un mercato in espansione come quello asiatico, confrontandosi con le tendenze tecnologiche emergenti e raccogliendo insight fondamentali sulle esigenze e le abitudini di consumo locali.

“Essere presenti in contesti fieristici internazionali non è solo una vetrina: è un investimento concreto sul futuro. È qui che nascono contatti, idee e collaborazioni che si trasformano nel tempo in valore reale”,
commenta Paolo Ghidotti, Sales and Marketing Director.

Lunedì 14 Aprile 2025

Quali palette per il vending? Partito il countdown per la plastica reuse

La probabile sparizione delle palette in plastica reuse pone una domanda tanto semplice quanto cruciale a ogni gestore: cosa metto in macchina tra pochi mesi? Il mercato italiano consuma ogni anno miliardi di palette, fondamentali per una corretta erogazione della maggior parte delle bevande calde. Cambiare materiale non è affatto una passeggiata. Meglio iniziare subito i test, onde evitare brutte sorprese all’ultimo momento e, peggio ancora, il blocco delle vendite.

Ecco lo scenario attuale, sintetico ma concreto.

Le palette tradizionali in plastica PS
Tecniche, stabili, affidabili. Disponibili in tutti i formati, con ampia capacità produttiva e a un prezzo molto competitivo. Perfette, se non fosse per un piccolo dettaglio: sono state messe al bando dall’Unione Europea. E quindi sono fuori gioco.

Le palette in plastica PS reuse
Sono state la risposta del settore, con caratteristiche pressoché identiche alle PS tradizionali e una rapida adozione su larga scala. Ma l’incantesimo sta per finire: entro 9 mesi al massimo non potranno più essere prodotte. A meno che non decidiate di usarle come bacchette da sushi…

Le palette in bioplastica (PLA Biocompostabile)
Sono oggi il candidato più credibile alla successione delle PS. Hanno una buona affidabilità, ma non tutto è rose e fiori: i fornitori sono pochi, il prezzo è più del doppio rispetto al polistirolo, e gli stampi si usurano rapidamente (da cambiare ogni 2-3 anni). Inoltre, la Commissione Europea ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia proprio per aver concesso troppe deroghe ai prodotti in plastica biodegradabile e compostabile. Questo significa che, pur essendo un’opzione valida, molti produttori si fanno legittimamente qualche scrupolo prima di investire e quindi non è detto che ce ne siano a sufficienza per tutti, soprattutto nei primi mesi dopo il bando delle reuse.

Le palette in legno
Una soluzione che va presa sul serio. Alcune sono ottime, funzionali, ben prodotte e sicure. Altre… molto meno. In questo caso il consiglio è semplice: rivolgetevi solo a fornitori affidabili e riconosciuti. Con il legno non si scherza: risparmiare qualche euro a scatola può trasformarsi in un errore operativo molto costoso.

Le palette in bambù
Serve ancora più attenzione che col legno. Alcune palette sono realizzate con polvere di bambù macinata mescolata a polimeri plastici, con il rischio concreto di rilascio di formaldeide e melamina. Diversi Paesi UE – tra cui Austria, Francia, Germania, Belgio, Spagna e altri – ne hanno già vietato produzione, importazione e vendita, ritirandoli dal mercato. E spesso questi prodotti sono stati venduti con etichette fuorvianti come “naturali” o “eco-friendly”. Prima di acquistare, verificate bene la composizione chimica e chiedete sempre la certificazione di idoneità alimentare. Senza quella, siete fuori norma.

Le palette in carta
Sono migliorate molto rispetto alle prime versioni. Oggi meritano una chance, ma vanno testate sul vostro parco macchine prima di prenderle seriamente in considerazione.

In sintesi? Il tempo stringe. La paletta reuse ha i mesi contati, e il mercato non può aspettare. Chi si riduce all’ultimo minuto rischia davvero grosso. Non fatevi trovare impreparati...

Codice Ateco 2025, Confida ha pubblicato un approfondimento

Confida, attraverso le sue INFONEWS, ha diffuso un approfondimento dal titolo: ATECO 2025. CAMBIA IL CODICE DELLE IMPRESE DI GESTIONE. Lo pubblichiamo qui sotto.

Il processo di revisione delle classificazioni statistiche è una procedura ordinaria che avviene in media con intervalli temporali variabili tra i 10 e i 15 anni. La classificazione ATECO deriva direttamente dalla NACE (nomenclatura delle attività economiche utilizzata in ambito europeo - EUROSTAT) che, a sua volta, deriva dalla classificazione ISIC (International Standard Industrial Classification).

Con l’attuale revisione si è dovuto procedere contemporaneamente: alla revisione della classificazione NACE che, a sua volta, deriva dalla classificazione ISIC che vige a livello mondiale ed è a questa vincolata; alla revisione della classificazione ATECO che costituisce la declinazione nazionale della NACE.

Sia la classificazione NACE che quella ATECO restano comunque classificazioni delle attività economiche pensate e articolate per finalità esclusivamente statistiche.La principale novità della nuova classificazione è data dall’eliminazione, in sede ISIC, del canale di vendita come criterio di classificazione del commercio.Pertanto, il principale criterio di classificazione per il commercio al dettaglio nella classificazione ISIC sarà quindi basato su cosa è venduto e non più sul canale di vendita.

Come conseguenza della decisione di eliminare la distinzione tra commercio al dettaglio in sede fissa e online, i gruppi 47.8 (commercio al dettaglio ambulante che include il commercio al dettaglio di articoli nuovi o usati in banchi, di solito smontabili, collocati su una strada pubblica oppure in un posto fisso all’interno di un mercato) e 47.9 (commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati che include le attività di vendita la dettaglio tramite corrispondenza, via internet, vendita porta a porta, distributori automatici, ecc.) presenti nella classificazione ATECO 2007, sono stati cancellati insieme a tutte le loro articolazioni e sono stati riclassificati, a seconda del prodotto venduto, nel commercio al dettaglio.

In particolare, la nuova classificazione ATECO 2025 non contiene più, tra gli altri, il codice: 47.99.20 Commercio effettuato a mezzo distributori automatici.
Dal 1°aprile 2025 il Registro delle Imprese ha adottato la nuova classificazione ISTAT ATECO 2025 (Regolamento delegato UE 2023/137).
La Camera di Commercio aggiornerà d’ufficio i codici ATECO mantenendo, per un periodo transitorio, anche la precedente codifica per consentire un passaggio graduale alla nuova classificazione.
CONFIDA assieme a Confcommercio e a EVA (Associazione europea del vending) ha promosso la assegnazione al settore del Vending di un unico codice.
Il 31 marzo 2025, l’ISTAT ha pubblicato sul sito web istituzionale la tabella operativa di riclassificazione da ATECO 2007 (aggiornamento 2022) a ATECO 2025 concordata con Sistema camerale e Agenzia delle Entrate.
Nel caso del codice ATECO 2022 relativo al Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici 47.99.20, il nuovo codice ATECO 2025 scelto come rappresentativo è il:

47.1 - Commercio al dettaglio non specializzato

L’ISTAT precisa che, qualora il codice indicato come rappresentativo, non sia ritenuto coerente rispetto all’attività economica svolta anche con riferimento alla descrizione dell'attività comunicata al Registro imprese, sarà possibile modificare la proposta di ricodifica avvalendosi della tabella di corrispondenza “teorica” scegliendo quello che si ritiene più idoneo a rappresentare l’attività di impresa, comunicandolo attraverso i canali predisposti dal Sistema camerale.

Tale opportunità va tuttavia ponderata attentamente in quanto, a meno di evidenti disallineamenti rispetto alla descrizione dell'attività comunicata al Registro imprese, il rischio è di perdere l'uniformità per le imprese della distribuzione automatica.

Venerdì 11 Aprile 2025

Prostituzione ed escort hanno il loro codice Ateco, il vending ancora no…

Dopo mesi di attesa, l’Istat ha finalmente pubblicato la nuova classificazione Ateco 2025, entrata ufficialmente in vigore il 1° gennaio e obbligatoria da aprile. Un lavoro mastodontico da 118 pagine che cerca di descrivere in modo preciso tutte le attività economiche svolte in Italia, anche le più insolite.

Scorrendo il documento, tra una voce e l’altra, ci si imbatte in un nuovo codice che ha già fatto il giro dei social e delle redazioni: il 96.99.92, dedicato ai “Servizi di incontro ed eventi simili”. Traduzione: escort e prostituzione. Nel dettaglio, la voce comprende l’attività di accompagnatori e accompagnatrici, la fornitura o organizzazione di servizi sessuali, la gestione di locali di prostituzione e anche lo speed networking. Tutto con tanto di bollino Istat.

E il vending? Niente. Siamo rimasti nell’ombra. Il nuovo codice assegnato al nostro settore è un generico 47.1 – Commercio al dettaglio non specializzato. Una definizione talmente vaga da far pensare che all'Istat non ci abbiano capito assolutamente nulla del nostro settore. Nessuna traccia di distributori automatici, né di somministrazione H24, né di servizi digitalizzati di ristorazione. Sembra quasi che sia stato più semplice riconoscere come categoria professionale le escort che i gestori vending.

Speriamo nell'immediato futuro di ottenere una definizione più precisa e una classificazione adeguata. Ma intanto, il rischio è che in caso di emergenze future (leggasi: lockdown, limitazioni, chiusure) con il codice 47.1 ci spengano tutto di sicuro...

Incredibile...

Vino senza alcol: un’opportunità per il vending?

Nel 2023 il mercato globale dei vini dealcolati ha raggiunto un giro d’affari di 147 milioni di euro, segnando una crescita dell’8% rispetto all’anno precedente. Lo dice uno studio presentato da IWSR, secondo cui il trend dei prodotti “No/Low” sta conquistando fasce sempre più ampie di consumatori in Europa, Asia e Stati Uniti.

A guidare il successo è il vino senza alcol, che rappresenta il 60% dell’intero segmento dealcolato e si propone come un prodotto capace di coniugare esperienza sensoriale, benessere e socialità. Insomma, un vino “vero”, ma senza le problematiche legate al consumo di alcol.

Ma potrebbe entrare in gioco il vending? Un vino a 0 gradi, privo di qualsiasi limitazione legale, potrebbe diventare un'opportunità per un’offerta inedita: un prodotto di tendenza, pronto da servire, adatto a uffici, coworking, palestre o eventi. Serve ovviamente una riflessione su formati, conservazione e posizionamento. Ma il potenziale comincia a farsi interessante...

Giovedì 10 Aprile 2025

Lavazza estende il welfare con Unobravo. Benessere psicologico al centro

Ogni tanto Fantavending ritiene importante occuparsi anche di temi più impegnativi, meno legati al gossip o alla cronaca del settore. Come in questo caso, dove parliamo di un progetto serio e strutturato che mette al centro le persone e la loro salute psicologica.

Si chiama Time to Care il piano di welfare e wellbeing che Lavazza dedica alle sue persone in Italia. Un progetto strutturato, ampio, già attivo da tempo e oggi in ulteriore espansione, grazie a una nuova iniziativa di supporto psicologico annunciata direttamente su LinkedIn: una partnership con Unobravo, il noto servizio digitale di psicologia e telemedicina.

Il messaggio è chiaro: prendersi cura della salute psicologica non è più un tabù. E per un’azienda come Lavazza, che da sempre punta sulla responsabilità sociale, l'integrazione del benessere psicologico all’interno del proprio piano di welfare rappresenta un'evoluzione naturale. “Il tempo per prendersi cura di sé è ogni giorno”, scrive l’azienda nel suo post ufficiale.

Ma l'iniziativa con Unobravo è solo l’ultima tappa di un percorso che Lavazza ha avviato da tempo. Il piano Time to Care si sviluppa su quattro aree chiave: benessere fisico, emotivo, sociale e finanziario.

Sul piano fisico, Lavazza ha ampliato le coperture sanitarie anche ai familiari dei dipendenti, ha attivato servizi di telemedicina e messo a disposizione spazi come la palestra nella sede di Nuvola Lavazza e una ristorazione orientata al benessere.

L’area emotiva si traduce in lavoro flessibile, smart working e programmi come Work-life synergy, che aiutano le persone a gestire meglio le sfide quotidiane e trovare un equilibrio tra professione e vita privata.

Non manca il benessere sociale: eventi culturali, progetti di volontariato e occasioni di scambio tra colleghi, con l’obiettivo di rafforzare il senso di comunità. Infine, c’è il fronte finanziario, con misure concrete come i contributi per le bollette energetiche, buoni carburante e iniziative per favorire la mobilità sostenibile (car pooling e abbonamenti agevolati per i trasporti torinesi).

Un piano completo, reale, che non si limita alla comunicazione, ma tocca la vita concreta delle persone. E che oggi, grazie alla collaborazione con Unobravo, mostra anche una consapevolezza nuova: il benessere psicologico non è un benefit. È una priorità.

Assobibe al contrattacco. La sugar tax riduce l'obesità? Falso!

Si inasprisce la comunicazione di Assobibe contro la sugar tax, la tassa sulle bibite zuccherate introdotta formalmente con la Legge di Bilancio 2020 ma costantemente rinviata. L’attuazione è prevista dal 1° luglio 2025, tra meno di quattro mesi, e l’Associazione Italiana Industrie Bevande Analcoliche – che fa capo a Confindustria – ha deciso di alzare il tono dello scontro, etichettando come “fake news” le affermazioni secondo cui questa misura sarebbe utile a combattere obesità e sovrappeso.

Nel nuovo post pubblicato su LinkedIn, Assobibe attacca direttamente l’efficacia sanitaria della sugar tax, affermando che nei Paesi UE dove la tassa è in vigore da anni, l’obesità non è diminuita, ma anzi è cresciuta. A sostegno di questa posizione vengono citati un report della Commissione europea del 2023 e uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2024, che mettono in dubbio l’impatto della misura sulle abitudini alimentari e sulla salute pubblica.

“Il vero problema – scrive Assobibe – risiede negli eccessi di consumo e nell'equilibrio tra calorie assunte e attività fisica. Non ci sono prove scientifiche solide che dimostrino l’efficacia della tassa nel ridurre l’obesità”. Al contrario, sottolinea l’associazione, i consumi calano temporaneamente ma non si traducono in comportamenti alimentari più sani.

Tra i visual diffusi da Assobibe, spicca l'immagine di un quotidiano con il titolo “La sugar tax riduce l’obesità” marchiato a grandi lettere rosse con la scritta “FAKE NEWS”. A supporto di questa linea, anche i dati ISTAT, secondo cui non esiste una correlazione diretta tra i consumi di bibite zuccherate e i livelli di sovrappeso in Italia dal 2008.

Assobibe conclude la campagna con uno slogan che suona come una dichiarazione d’intenti: “Noi non ce la beviamo”.

Mercoledì 9 Aprile 2025

Le bacchette da sushi al posto delle palette in plastica reuse...

Il Ministero dell’Ambiente ha recentemente presentato alla Commissione Europea una proposta di regola tecnica per definire i requisiti di riutilizzabilità dei prodotti in plastica destinati al contatto con gli alimenti (CLICCA QUI).

La proposta prevede, tra le altre misure, che gli agitatori per bevande in plastica (le nostre palette) abbiano un rapporto peso/lunghezza superiore a 0,5 grammi per centimetro.

Letto così, sembra un tecnicismo. Ma se facciamo due conti, la portata della proposta è clamorosa. Prendiamo una paletta reuse standard in polistirolo (PS), lunga 90 mm e con un peso di 0,90 grammi. Il rapporto peso/lunghezza è di 0,10 g/cm. Con la nuova soglia, per essere conforme, dovrebbe pesare almeno 4,5 grammi: cinque volte tanto! E non è solo una questione di peso. Per ottenere quel valore, la paletta dovrebbe essere spessa oltre 5 mm. Praticamente una bacchetta da sushi!

Se approvata, questa norma avrebbe l’effetto di rendere non conformi tutte le palette in plastica attualmente utilizzate nel vending, poiché nessuna raggiunge tali specifiche.

Il vending raddoppia le donazioni al Banco Alimentare: oltre 148 tonnellate nel 2024​

Nel 2024, il settore della distribuzione automatica ha compiuto un significativo passo avanti nella lotta contro lo spreco alimentare, raddoppiando le donazioni al Banco Alimentare rispetto all'anno precedente. Grazie all'accordo siglato nel 2022 tra CONFIDA, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, e Fondazione Banco Alimentare ETS, sono state raccolte oltre 148 tonnellate di alimenti e bevande, il doppio delle 74 tonnellate donate nel 2023.​

Le regioni che si sono distinte per la maggiore generosità sono state il Piemonte, con oltre 36 tonnellate donate, seguito dalla Lombardia con quasi 35 tonnellate, l'Emilia-Romagna con oltre 28 tonnellate e la Toscana con 23 tonnellate. Tra i prodotti più frequentemente donati figurano acqua, bevande, alimenti freschi e secchi, panini, prodotti da forno, merendine e snack.​

Questo risultato è stato possibile grazie alla collaborazione tra le 11 Delegazioni Territoriali di CONFIDA e i 21 Banchi Alimentari regionali, che hanno coordinato la raccolta e la distribuzione degli alimenti alle organizzazioni partner sul territorio. Massimo Trapletti, Presidente di CONFIDA, ha sottolineato l'importanza di questo impegno, dichiarando: "La nostra associazione continuerà il percorso intrapreso perché, in quanto attori del comparto food&beverage, siamo molto attenti al tema della lotta agli sprechi alimentari e i risultati raggiunti quest'anno ci rendono veramente orgogliosi".​

Anche Giovanni Bruno, Presidente di Fondazione Banco Alimentare ETS, ha espresso gratitudine per l'impegno di CONFIDA, evidenziando come il raddoppio delle donazioni in soli due anni rappresenti una concreta trasformazione del cibo da scarto a risorsa preziosa per molte persone in difficoltà.​

Questo progetto virtuoso conferma il ruolo attivo del settore della distribuzione automatica nella promozione della solidarietà e nella riduzione degli sprechi alimentari, con l'auspicio di continuare su questa strada negli anni a venire.
 

Martedì 8 Aprile 2025

Quando il virologo si mette a parlare di distributori automatici nelle scuole...

Siamo piuttosto stupiti dell'entità delle segnalazioni arrivate da una settimana a questa parte per una dichiarazione del virologo Matteo Bassetti, protagonista di centinaia di ospitate in TV al tempo del Covid e uno dei brasagli preferiti degli haters no-vax, poi denunciati dal medico, come testimoniano i tanti processi tuttora in corso a Genova.

Bassetti ha parlato di vending nelle scuole, argomento alquanto particolare per un virologo e si vede, visto che cita i distributori automatici alle elementari, che ovviamente non sono presenti, se non in rari casi e solo per gli insegnanti, non certo per gli alunni.

Però il tema Bassetti lo aveva sollevato all'apertura dell'anno scolastico, dicendo che il Covid non è più un problema ma ce ne sono altri, come ad esempio i distributori automatici. Poi un paio di mesi fa aveva ribadito il concetto con un reel su Facebook, che è quello che gira nel nostro settore da una settimana e che ci è stato inviato non meno di 50 volte dai nostri lettori.

In tutta onestà avevamo lasciato perdere a settembre 2024 e a febbraio 2025, quando sono uscite le due "considerazioni" del virologo. Abbiamo cercato di non parlarne nemmeno ora, ma lo facciamo solo per chiarire alla community che abbiamo visto il video e l'abbiamo assolutamente ignorato, come consigliamo di fare a tutti...

Il gruppo Illiria inaugura a Udine la nuova area tecnica

Il Gruppo Illiria ha recentemente inaugurato una nuova area tecnica presso la sede di Udine. L’area, che si estende su 500 metri quadrati, di cui 100 di nuova costruzione, è stata progettata all’insegna dell’innovazione e dell’efficienza energetica. Tra le nuove strutture realizzate figurano una sala lavaggio distributori con tecnologie avanzate di aerazione e illuminazione, una sala asciugatura con deumidificazione automatica, una moderna sala tecnica per compressori e idropulitrici, e un impianto di depurazione delle acque reflue gestito interamente da remoto.

Oltre alla costruzione di nuovi spazi, sono stati completamente rinnovati 400 metri quadrati di area produttiva esistente, con illuminazione LED, impianti elettrici e meccanici di ultima generazione e postazioni di lavoro ottimizzate per il massimo comfort e rendimento. Le tre nuove sale specializzate – verniciatura, lavaggio e sanificazione componenti, e frigorista – sono state progettate per aumentare la capacità produttiva del 50%, consentendo di passare da 27 a 38 tecnici impiegati.

Mario Toniutti, amministratore delegato del Gruppo Illiria, ha dichiarato: "Innovazione, sostenibilità ed efficienza sono i tre pilastri su cui abbiamo basato questo progetto; grazie a questa nuova struttura, possiamo offrire un servizio ancora più avanzato, garantendo la massima qualità e un minore impatto ambientale. Il nostro obiettivo è far crescere la produzione in modo sostenibile, rispondendo con soluzioni tecnologiche sempre più evolute alle esigenze del mercato".

All'inaugurazione è intervenuto anche Roberto Tomè, direttore del Consorzio di Sviluppo Economico del Friuli, che comprende la ZIU dove è insediato il Gruppo Illiria: “Siamo soddisfatti di questo nuovo traguardo, che rappresenta il culmine dell’innovazione e dell’efficienza tecnologica. In un’area industriale come quella del Cosef, puntiamo costantemente al miglioramento e all’eccellenza. Illiria si distingue come una tra le migliori aziende insediate”.

Lunedì 7 Aprile 2025

La nuova frontiera dei rimborsi spese: gli scontrini fatti con l'IA...

Da circa una settimana, da quando è uscito il nuovo software di generazione immagini di ChatGPT, stiamo assistendo a una serie infinita di segnalazioni sui social: falsi scontrini assolutamente identici agli originali, prodotti in pochi secondi con un prompt ben costruito. C'è chi li fa sembrare appena stampati, chi invece preferisce lo stile “usato”, con tanto di pieghe, ombre e macchie d’olio. Come se fossero stati appena recuperati da sotto un piatto di crudo di mare.

Per puro spirito accademico abbiamo fatto qualche prova e oggettivamente è uno strumento incredibile. Qui pubblichiamo solo la prima versione, senza esagerare, giusto per non incorrere in qualche problema legale... ma quella finale è indistinguibile da uno scontrino vero. Parola di Fantavending.

Il fenomeno ovviamente ha già attirato l’attenzione del mondo giornalistico. Wired, in un approfondimento uscito in queste ore, ha spiegato come basti una descrizione sommaria per ottenere un’immagine fotorealistica, perfetta per un post virale… o per tentare la fortuna con un rimborso spese un po’ troppo creativo.

I rischi, ovviamente, non mancano. E se da un lato c'è da divertirsi (e stupirsi) delle capacità di questi strumenti, dall'altro si apre un nuovo fronte per chi lavora nel controllo e nella verifica dei documenti aziendali: non solo scontrini e ricevute, ma anche badge, etichette, contratti. L'IA generativa è diventata così potente da poter imitare quasi tutto. E se oggi ci limitiamo a qualche esperimento ironico, Non ci vuole molto a immaginare che presto qualcuno proverà a farne un uso meno innocente...


Nestlé pronta a cedere San Pellegrino? Sul piatto 5 miliardi per le Acque Minerali

Potrebbe essere uno dei passaggi societari più importanti del 2025 nel mondo del beverage. Secondo quanto riportato da Bloomberg e ripreso da diverse testate internazionali, alcuni dei principali fondi di private equity mondiali – tra cui PAI Partners, Bain Capital, KKR e Clayton Dubilier & Rice – avrebbero manifestato interesse per l’acquisizione della divisione Acque Minerali di Nestlé.

Un asset non da poco, che comprende marchi storici e di enorme valore commerciale come San Pellegrino, Acqua Panna e Perrier, e che da sola ha generato nel 2023 un fatturato di 3,3 miliardi di franchi svizzeri, pari a oltre 3,4 miliardi di euro. Le valutazioni che circolano parlano di una possibile operazione da circa 5 miliardi di euro.

Questa ipotesi arriva a pochi mesi dalla decisione, annunciata a novembre 2024, di rendere autonoma la divisione premium waters & beverages all’interno del gruppo Nestlé. La nuova unità è operativa dal 1° gennaio 2025 sotto la guida di Muriel Lienau, e rappresenta un passaggio strategico importante nella razionalizzazione del colosso svizzero, sempre più orientato a concentrarsi su comparti ad alta marginalità.

Non sarebbe la prima volta che Nestlé si disfa di asset nel settore delle acque. Nel 2021 aveva già ceduto per 4,3 miliardi di dollari gran parte del business statunitense, incluse Poland Spring e Pure Life, a due fondi di private equity. In quell’occasione, il gruppo aveva mantenuto solo i marchi di punta, gli stessi oggi al centro delle trattative europee.

Nessuna conferma ufficiale è arrivata da Nestlé né dai fondi coinvolti, ma sembra proprio che l’interesse ci sia...

Venerdì 4 Aprile 2025

Da 1.500 a 25 dipendenti: l'inesorabile crollo dell'ex Saeco di Gaggio Montano

Nel 1981 Sergio Zappella e Arthur Schmed crearono Saeco S.r.l. con sede a Gaggio Montano, un piccolo centro appenninico nella provincia di Bologna. Nel 1985 producono e commercializzano una macchina per caffè espresso che entrerà di diritto nella storia del settore del vending: la Superautomatica. La macchina, nell’intenzione dei progettisti, era stata creata essenzialmente per il mercato domestico, ma diverse gestioni, soprattutto in Emilia, collocarono a fianco un sistema di pagamento e la utilizzarono presso i loro clienti.

Saeco decise così di focalizzare maggiormente l’attenzione sul vending, creando la Estro, una macchina dedicata alla distribuzione automatica che ebbe grande fortuna e che fu la progenitrice del mitico modello 7P, il distributore forse di maggior successo uscito dagli stabilimenti di Gaggio Montano.

Il gruppo sbarca in Borsa nel 2000 con i marchi Saeco e Gaggia, 1.500 dipendenti e la leadership europea di mercato nelle macchine automatiche per il caffè espresso.

Il successo dell'azienda è così clamoroso che nel 2004 il gruppo viene venduto ad un fondo di private equity francese (Pai Partners) per oltre 700 milioni di euro. Chissà come mai iniziò subito il declino, tanto che nel 2009 la Philips acquista Saeco per soli 200 milioni di euro, ma l'operazione non si rileva fortunata, 6 anni dopo, alla fine del 2015 la multinazionale olandese annuncia 243 licenziamenti.

Per salvarsi si ricorre allo "spezzatino" e, all'inizio del 2017, la parte vending viene rilevata dalla bergamasca N&W (oggi Evoca). A questo punto della storia, nello stabilimento Saeco Vending di Gaggio Montano lavorano 280 dipendenti.

Va male anche questo passaggio societario, 4 anni dopo Evoca annuncia la chiusura dello stabilimento di Gaggio Montano, dopo infinite lotte sindacali (a cui partecipa attivamente anche Elly Schlein, allora vicepresidente della Regione Emilia Romagna), nasce nel giugno 2022 un ibrido, la newco Gaggio-Tech con due anime lombarde: Tecnostamp e Minifaber.

A questo punto sono rimasti 134 dipendenti al lavoro, ma va malissimo, i dipendenti scendono a 106 e un mese fa la Gaggio-Tech va in liquidazione. Nello sconforto generale oggi arriva la notizia che non tutti i lavoratori verranno licenziati, 25 persone saranno ricollocati nel reparto lamiera della Minifaber...

Da 1.500 a 25, numeri impietosi che dovrebbero insegnarci qualcosa. Ma come spesso accade, non ci insegneranno niente.

Lavazza lancia Tablì: la compressa di caffè che vuole rivoluzionare il monodose

Nel pieno del suo 130° anniversario, Lavazza sorprende ancora con un progetto ambizioso: Tablì, una compressa di caffè 100% naturale e biodegradabile che punta a ridefinire il concetto stesso di monoporzione. Il progetto nasce dallo sviluppo di un’idea innovativa di Caffemotive, startup italiana acquisita da Lavazza nel 2020, ed è oggi il frutto di un lungo percorso di Ricerca e Sviluppo che ha portato alla registrazione di oltre 15 nuovi brevetti.

Tablì non è una capsula, non è una cialda, ma una nuova categoria merceologica nel settore del caffè monoporzionato. Il prodotto si presenta come una tab compatta di caffè, priva di supporti plastici o metallici, progettata per essere sostenibile, naturale e funzionale. Si inserisce perfettamente nella strategia del Gruppo Lavazza, da anni orientata verso l’innovazione green.

Il segmento single-serve, infatti, rappresenta una delle aree di crescita più forti nel mercato globale del caffè, e l’introduzione di soluzioni basate su principi di economia circolare sta diventando un driver fondamentale per la competitività. Tablì si affianca alle altre soluzioni domestiche già offerte dal Gruppo: caffè macinato, grani, capsule e cialde.

Per raccontare questa nuova visione, Lavazza ha scelto la cornice della Milano Design Week 2025, dove dal 6 al 13 aprile sarà possibile vivere l’esperienza di Tablì grazie all’installazione “Source of Pleasure”, firmata dall’architetta e designer brasiliana Juliana Lima Vasconcellos. Il progetto sarà ospitato nel suggestivo cortile del Palazzo del Senato, sede dell’Archivio di Stato di Milano.

Giovedì 3 Aprile 2025

10.000 follower nel nostro profilo Facebook. L’influencer Fantavending...

Finalmente un post autocelebrativo, di quelli in cui ci diciamo bravi da soli, senza aspettare (come si dovrebbe) che ce lo dicano gli altri. Il 2 aprile alle ore 16:01 si è iscritto il decimillesimo follower!

La soddisfazione è davvero grande, perché il nostro profilo Facebook, solo con crescita organica, senza l’investimento di un euro e con utenti esclusivamente profilati nel mondo del vending, ha raggiunto quella soglia che i pubblicitari considerano (per settori molto specifici come il nostro) da veri e propri influencer.

Eccoli qua in figura i nostri 10.000 follower: 7.380 uomini, 2.620 donne e un’età media piuttosto alta.
Tra le città trionfa Bergamo, una delle capitali del vending italiano, ma spiccano anche il Centro e il Sud Italia, con Roma e Napoli nei primi sei posti.

Un sentito grazie a tutta la community per questo incredibile risultato raggiunto anche sui social, dove escono solo una piccola selezione delle news di questo sito.



IVS Italia e BreakCotto insieme per una pausa inclusiva agli Aeroporti di Roma

E' partita ieri, nella sede direzionale dell’aeroporto di Fiumicino, un’iniziativa che unisce vending e inclusione sociale. Aeroporti di Roma ha infatti scelto IVS Italia e il progetto BreakCotto per la gestione dei distributori automatici, in un momento non casuale: la collaborazione prende il via in occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo del 2 aprile, istituita dall’ONU per promuovere i diritti e l’integrazione delle persone nello spettro autistico.

Il progetto porta a Fiumicino un modello virtuoso che ha preso forma più di dieci anni fa a Torino, grazie alla sinergia tra IVS Italia e la cooperativa sociale Chicco Cotto. BreakCotto oggi rappresenta un’eccellenza nazionale nella cosiddetta “ristorazione diversamente automatica”, con una rete di servizi attiva in contesti come uffici, scuole, ospedali e biblioteche, dove operano persone con disabilità e giovani autistici, coinvolti in tutte le fasi operative.

A Fiumicino, BreakCotto curerà l’intera gestione di 24 vending machine presenti nella sede direzionale di ADR. Il progetto ha già portato all’assunzione di una persona nello spettro autistico, che sarà incaricata del rifornimento delle macchine: un ruolo professionale a tutti gli effetti, affiancato da tutor ed esperti capaci di valorizzare le competenze individuali.

BreakCotto non si ferma qui. Conta attualmente oltre 20 collaboratori e ragazzi in formazione attraverso l’alternanza scuola-lavoro, e sta selezionando altri 16 giovani da inserire in un percorso formativo che abbraccia approvvigionamento, logistica, manutenzione e rendicontazione. Il risultato è una filiera completa che non solo eroga un servizio, ma offre anche un’occasione concreta di inserimento e crescita personale.

“Essere scelti da Aeroporti di Roma per noi è motivo di grande orgoglio – ha dichiarato Andrea Bonsignori, presidente di BreakCotto – perché conferma che la nostra idea di distribuzione automatica può davvero fare la differenza. Ogni ragazzo è una storia di riscatto, e noi lavoriamo per trasformare la diversità in un punto di forza. Il nostro obiettivo è costruire una squadra di professionisti che, come tutte le imprese, competono sul mercato con competenza, ma con un valore umano in più”.

Un approccio che ha già valicato i confini nazionali: lo scorso giugno, i ragazzi di BreakCotto sono stati protagonisti a New York durante la Conferenza annuale delle Nazioni Unite sui Diritti delle persone con Disabilità. E nell’ottobre 2024 hanno gestito la distribuzione automatica al G7 dei Ministri della Disabilità, preparando colazioni e pause caffè per l’intera durata dell’evento.

Una testimonianza concreta di come il vending possa diventare uno strumento di inclusione, capace di coniugare qualità del servizio e impatto sociale positivo. Un modello che fa scuola e che – ci auguriamo – possa ispirare altre realtà del nostro settore.

Mercoledì 2 Aprile 2025

Tempi duri per il monouso in plastica riutilizzabile. Si scatena pure Legambiente

Legambiente fa sul serio. Ha appena pubblicato un'indagine specifica sulla plastica monouso (CLICCA QUI)concentrandosi sulle stoviglie considerate “riutilizzabili” ma di fatto secondo loro: “usa e getta”. E, proprio in base a questo studio, chiede al governo Meloni di colmare il vuoto normativo creato dalla direttiva europea e dal decreto legislativo 196/2021 per evitare che i vecchi prodotti monouso in plastica, messi alla porta dalla normativa comunitaria, rientrino dalla finestra.

L’associazione ambientalista ha preso in esame un campione di 317 prodotti di plastica  (57% piatti, 27% bicchieri, 12% posate, 4% coppette, vaschette e vassoi) appartenenti a settanta marchi diversi. La maggior parte dei prodotti presi in esame viene presentata come riutilizzabile ma non contiene alcuna informazione su come si possa davvero riutilizzare.

Sui i prodotti analizzati da Legambiente, il 38% non specifica il numero di lavaggi massimi, il 60% non fornisce alcuna indicazione sulle temperature consigliate. Più di nove prodotti su dieci (il 92%) non riportano nemmeno la possibilità di lavarlo in lavastoviglie. Spesso mancano anche le certificazioni. Soltanto un terzo del campione ne presenta almeno una e di queste, solo il 30% dei bollini riguarda la resistenza meccanica al lavaggio in lavastoviglie, che rappresenta una condizione indispensabile per poter definire un prodotto davvero riutilizzabile.

Insomma questa analisi getta ulteriore benzina sul fuoco sul monouso in plastica "reuse", presente nel vending ad esempio nelle palette. Legambiente non è certo la sola che spinge per una riformulazione della norma ed è meglio che i gestori si preparino all'inevitabile.

Cosa utilizzeremo per sostituire miliardi di palette all'anno in plastica è un ancora mistero, ma sicuramente è il momento di preoccuparsi almeno di trovare una valida alternativa...

Polizza danni catastrofali, arriva la proroga: obbligo posticipato per le PMI

Con il classico tempismo all’italiana, è stato pubblicato solo lunedì 31 marzo in Gazzetta Ufficiale il decreto che proroga l’obbligo per le imprese di stipulare una polizza assicurativa contro i danni catastrofali. L’obbligo, che formalmente sarebbe dovuto entrare in vigore proprio quel giorno, viene dunque spostato in avanti, ma con modalità differenziate in base alla dimensione aziendale.

Per le grandi imprese – cioè quelle con più di 250 dipendenti – non cambia nulla: resta l’obbligo già attivo, ma viene rinviata di 90 giorni, al 29 giugno 2025, la possibilità per la Pubblica Amministrazione di tener conto dell’eventuale inadempienza nella concessione di contributi pubblici. Un dettaglio tutt’altro che secondario.

Molto più ampio il margine concesso a medie, piccole e microimprese, che avranno più tempo per adeguarsi alla nuova normativa. Le medie imprese, comprese tra 50 e 250 dipendenti, avranno tempo fino al 1° ottobre 2025, mentre le piccole e micro potranno rimandare l’obbligo addirittura fino al 1° gennaio 2026. Una boccata d’ossigeno per le tante realtà del vending che rientrano in queste categorie.

L’obiettivo è chiaramente quello di favorire una transizione graduale e meno traumatica verso un sistema che, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe tutelare l’intero tessuto produttivo da eventi calamitosi sempre più frequenti. Il vending, spesso escluso da agevolazioni e piani di prevenzione, dovrà comunque attrezzarsi per tempo, anche perché eventuali danni da alluvioni, terremoti o frane potrebbero mettere in ginocchio intere flotte di distributori e depositi.

Chi vuole approfondire può consultare direttamente il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale (CLICCA QUI)

Martedì 1 Aprile 2025

Riposa in pace. Fiori per il distributore del caffè rimosso dal Sindaco...

In tanti anni che raccontiamo il settore, è la prima volta che assistiamo a una vera e propria "commemorazione" di una macchina del caffè! Un gesto che la dice lunga su quanto l’area break venga percepita come un piccolo patrimonio dei lavoratori: uno spazio di relax, condivisione e umanità, molto più apprezzato dai dipendenti che dalla politica.

Eppure è esattamente quello che è successo nel corridoio del municipio di Pieve di Soligo, dove fino a pochi giorni fa troneggiava l’ormai famoso distributore automatico del caldo, rimosso dal Sindaco perché – pare – si facevano pause troppo rumorose.

Ieri, al posto della macchina, è apparso un vaso di fiori gialli. Un’installazione improvvisata, tra lo scherzo e la commemorazione, che alla fine ha strappato un sorriso a tutti, persino agli assessori. La foto è diventata subito virale tra corridoi e chat interne, fino a essere ripresa anche dalla stampa locale.

Chissà se prima o poi la macchinetta tornerà al suo posto. Di sicuro, ora sappiamo che non era solo una presenza fissa del quotidiano: era una collega silenziosa, sempre disponibile e capace di unire più di tante riunioni.

Rhea a Vendex Midlands con la prima freestanding per tè in foglie a induzione

Rhea ha partecipato a Vendex Midlands, uno degli appuntamenti più importanti per il settore del vending sul territorio inglese, presentando due nuove soluzioni per un momento di pausa di qualità, dove si fondono design e automazione: la rhFS1 per il tè in foglie con, un’assoluta novità sul mercato, la tecnologia di riscaldamento a induzione, e la nuova rhFS2 con sistema latte fresco integrato.

La prima freestanding per tè in foglie a induzione
Grazie all’innovativo ed esclusivo utilizzo della tecnologia a induzione, la macchina per il tè in foglie di Rhea garantisce un’estrazione perfetta, preservando al meglio le proprietà e il gusto della tipica bevanda inglese. La temperatura ottimale di infusione, regolata con estrema precisione grazie all’induzione, assicura non solo la massima qualità del tè in tazza, ma anche un’efficienza energetica superiore rispetto ai sistemi tradizionali a caldaia.

La freestanding con latte fresco integrato
Un’altra importante novità presentata a Vendex è stata la rhFS2.milk, freestanding dotata di un’unità integrata per il latte fresco, per offrire un’ampia varietà di ricette, arricchite dalla possibilità di utilizzare latte fresco e alternative vegetali, rispondendo così alle esigenze di ogni consumatore.

Anche la rhFS2.milk utilizza la tecnologia a induzione Varitherm per il riscaldamento indiretto del latte, offrendo una qualità in tazza superiore. La regolazione precisa della temperatura per ogni tipo di bevanda permette di gustare un latte macchiato perfettamente stratificato, con ogni ingrediente alla giusta temperatura. Inoltre, l’assenza di caldaia riduce il rischio di accumulo di calcare e consente un risparmio energetico significativo rispetto alle macchine tradizionali.

“La nostra costante ricerca dell’eccellenza ci porta a sviluppare soluzioni che migliorano la qualità del momento di pausa, offrendo un’ospitalità premium e un’esperienza di consumo superiore. Integriamo le ricette tradizionali con le nuove tecnologie per garantire un servizio che rispetti le abitudini dei consumatori e al contempo ne migliori la soddisfazione, attraverso soluzioni sostenibili ed efficienti.” commenta Andrea Pozzolini, CEO di Rhea

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