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Venerdì 20 Dicembre 2024

Plastic Free - L'attivista con 6 dita mostra il vero volto degli eco-fanatici

Il messaggio è ormai chiaro, pur di "salvare" l'ambiente è legittimo mentire, imbrattare opere d'arte, far collassare interi settori economici, imporre leggi senza alcun fondamento scientifico, perché loro sono nel giusto e per loro le regole non valgono.

L'ultimo sciagurato esempio è un video andato virale di un pinguino con la testa intrappolata in un oggetto di plastica che il bel volontario ambientalista libera dal terribile fardello. Tutto bellissimo, con infiniti commenti sulla necessità del plastic free, sino a che un utente non si è accorto che, in un frame del video, l'attivista ha sei dita, una in più di quanto mostri in tutto il resto del filmato. A quel punto per chiunque era chiaro che si trattava di un video realizzato con l'intelligenza artificiale, tutto finto, qualsiasi cosa in quel filmato non è mai esistita nella realtà.

Allora la memoria è andata a quel fatidico 22 settembre 2020 (CLICCA QUI) quando il Ministro Costa, appena prima delle elezioni, salvò un pesce intrappolato in una busta di plastica. In mezzo al mare, con il solo costume da bagno in un normale giorno di vacanza, aveva con sé una forbice e un fotografo... Eppure ha ricevuto migliaia di commenti positivi sui social e un lungo articolo sul Corriere della Sera. Anche il più sprovveduto giornalista sapeva benissimo che era tutto finto, ma è stato celebrato lo stesso un politico che ha fatto danni incalcolabili all'economia italiana e al vending.

La salvaguardia dell'ambiente è una cosa serissima, deve essere realizzata con criteri scientifici da professionisti preparati, non un territorio di conquista per l'ignorantissimo politico di turno che vuol vincere le elezioni o per i dementi eco-fanatici pronti a distruggere o a mentire spudoratamente per imporre la loro pseudo religione.

Il cacao impazzisce sotto le feste di Natale e supera la barriera dei 12.000 dollari

Siamo al surreale! Il prezzo del cacao sta attraversando una fase di rialzo mai vista prima. In soli due mesi, è passato da circa 6.000 a oltre 12.000 euro per tonnellata, mettendo sotto pressione l’intero settore del cioccolato. L’aumento, che ha fatto segnare record storici, è causato da una combinazione di fattori globali che rendono la situazione particolarmente critica.

I raccolti nei principali paesi produttori, come Costa d’Avorio e Ghana, sono stati compromessi da condizioni climatiche estreme. Piogge insufficienti e periodi di siccità stanno riducendo le scorte, mentre una domanda in costante crescita aggrava ulteriormente la situazione. Nel frattempo, i mercati finanziari stanno amplificando la volatilità attraverso movimenti speculativi sui futures.

In Italia, l’impatto del rincaro si sta già facendo sentire. Molti produttori di cioccolato stanno valutando se trasferire questi costi ai consumatori o assorbirli, rischiando di ridurre i margini. I dolci delle festività natalizie, in particolare, potrebbero essere tra i primi prodotti a risentirne con un aumento dei prezzi significativo.

 


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