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Venerdì 12 Dicembre 2025

Energy drink e caccia alle streghe, l’abuso estremo trasformato in allarme

Sta circolando in queste ore un allarme che rischia di trasformarsi nell’ennesima caccia alle streghe. Tutto nasce da un singolo caso clinico britannico pubblicato su una rivista scientifica, ripreso da numerosi media internazionali e diventato a suo modo virale. Un uomo di 50 anni, al momento del ricovero con una pressione di 254/150, ha sviluppato un ictus al talamo dopo aver consumato per anni otto energy drink al giorno. Otto lattine al giorno, ciascuna con circa 160 mg di caffeina: oltre 1.200 mg quotidiani, cioè tre volte la dose massima raccomandata. Un’abitudine che qualunque medico, nutrizionista o persona di buon senso definirebbe una follia prima ancora che un rischio.

Eppure, come spesso accade, il dibattito si è spostato rapidamente dal caso limite al prodotto in sé, trasformando una storia di abuso personale in un monito generalizzato contro l’intero comparto delle bevande energetiche. Il problema è che le fonti scientifiche citate dagli stessi ricercatori parlano chiaro: si tratta di un singolo caso, e per gli stessi clinici “le prove disponibili non sono ancora conclusive”. È una precisazione fondamentale, troppo spesso ignorata nei titoli sensazionalistici che suggeriscono un legame diretto e automatico tra energy drink e probabilità di ictus.

Il fenomeno non è nuovo. Ogni volta che emerge un fatto di cronaca legato agli energy drink, anche quando riguarda consumi spropositati, si innesca un’ondata di allarmismo che non distingue tra uso responsabile e consumo compulsivo. Un meccanismo identico a quello visto con alcol, zuccheri, integratori o addirittura alimenti comuni, dove l’abuso individuale viene rapidamente trasformato in un presunto “problema di salute pubblica”.

Il settore vending osserva da anni la crescita degli energy drink, che restano prodotti perfettamente conformi alle normative, con etichettature chiare e un mercato ormai consolidato in tutto il mondo. L’uso moderato non è mai stato messo in discussione dagli stessi ricercatori che hanno descritto il caso, e il richiamo alla prudenza riguarda esclusivamente gli eccessi. Un richiamo legittimo, ma che non può trasformarsi nell’ennesimo processo sommario a una categoria di prodotti che, se consumati in modo responsabile, non rappresentano alcun pericolo diverso da quello già noto per qualsiasi altra bevanda con caffeina.

È giusto parlare di educazione al consumo e di attenzione ai minori, ma costruire un allarme nazionale sulla base di un uomo che ha bevuto otto energy drink al giorno per anni rischia di essere più una semplificazione narrativa che un servizio alla salute pubblica. E quando la cronaca diventa pretesto per generalizzazioni affrettate, l’informazione non fa un buon lavoro né per i consumatori, né per il settore.

RiVending al fianco di #NonCiFermaNessuno: il tour 2025 si chiude con 3.000 studenti

Si è conclusa l’undicesima edizione di #NonCiFermaNessuno, il tour motivazionale ideato da Luca Abete che da marzo a dicembre 2025 ha attraversato otto Università italiane, coinvolgendo oltre 3.000 studenti in incontri dedicati a fragilità, solitudini e resilienza, sotto il claim “Nessunə è solə”.

Accanto al percorso motivazionale rivolto agli studenti, il tour ha confermato una forte attenzione ai temi ambientali. In quattro tappe del Tour #NonCiFermaNessuno si è ribadito il ruolo centrale del progetto RiVending nel racconto “green” del tour, valorizzando il collegamento tra crescita personale ed economia circolare.

Attraverso contenitori dedicati posizionati nelle aree break, il progetto consente di intercettare una plastica di alta qualità direttamente alla fonte, trasformando un rifiuto potenziale in nuova risorsa e contribuendo a modelli cup2cup e bottle2bottle pienamente coerenti con i principi dell’economia circolare.

Con oltre 16.000 cestini installati in tutta Italia e la capacità di recuperare ogni anno 90 milioni di bicchieri, RiVending permette un risparmio stimato di 613 tonnellate di CO2, contribuendo in modo significativo agli obiettivi nazionali di economia circolare.

Nel quadro di #NonCiFermaNessuno, questi numeri si sono tradotti in azioni concrete all’interno degli atenei. Le cronache della chiusura del tour 2025 raccontano infatti l’installazione di contenitori RiVending in diverse università, a supporto delle attività di sensibilizzazione ambientale rivolte agli studenti.

In questo modo, il messaggio sulla gestione responsabile della plastica si è affiancato al lavoro educativo del tour sulle nuove solitudini universitarie, trasformando la pausa caffè in un momento di partecipazione attiva alla transizione ecologica.

La collaborazione tra RiVending e #NonCiFermaNessuno conferma il valore di un’alleanza che unisce il mondo del vending, le istituzioni accademiche e una campagna sociale radicata da anni nel dialogo con i giovani. Per CONFIDA, COREPLA e UNIONPLAST, portare nei campus universitari un modello concreto di economia circolare significa infatti avvicinare le nuove generazioni a pratiche quotidiane di riciclo, rafforzando al tempo stesso l’impegno del settore verso obiettivi ambientali sempre più ambiziosi.

 


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